È di pochissimi giorni fa la notizia che Meta, la casa madre di Facebook, Instagram e WhatsApp, metterà in campo dal 22 al 25 settembre delle iniziative relative alle elezioni politiche che stiamo per affrontare. Tali iniziative, a detta della società statunitense, “sono volte a contrastare le interferenze e a rimuovere i contenuti che disincentivano al voto” tramite la collaborazione con organizzazioni indipendenti di fact-checking e l’utilizzo di un Centro operativo virtuale per identificare in tempo reale potenziali minacce.
In mattinata il Garante per la protezione dei dati personali ha pertanto indirizzato a Meta una richiesta urgente di chiarimenti in relazione alle attività intraprese dal social network riguardo alle prossime elezioni per il rinnovo del Parlamento italiano.
Si richiede innanzitutto di chiarire in che modo si useranno i dati idonei a rivelare le opinioni politiche degli interessati e al rispetto della libera manifestazione del pensiero.
Oltre ciò, quali sono le misure per garantire che la campagna di Meta sia rivolta esclusivamente alle persone maggiorenni.
Altro punto da chiarire è quello relativo all’uso degli “adesivi” messi a disposizione da Facebook e Instagram e degli eventuali accordi finalizzati all’invio di promemoria e la pubblicazione degli stessi.
Un portavoce di Meta riferisce che “gli strumenti elettorali lanciati in Italia sono stati espressamente progettati per rispettare la privacy degli utenti e conformarsi al Gdpr. Stiamo collaborando con l’Autorità Garante per la privacy per spiegare come lavoriamo per contribuire a proteggere l’integrità delle elezioni italiane e per aiutare le persone ad accedere ad informazioni elettorali affidabili provenienti dal Ministero dell’Interno”.
Fermo restando che occorre vigilare su come i nostri dati vengano trattati dalla società di Zuckerberg, compresi eventuali commenti che possiamo fare a favore o contro una determinata parte politica, scelta di comportamento ecc, e premesso che l’art. 48 della Costituzione Italiana sancisce il diritto di voto, definito “personale ed eguale, libero e segreto”, esiste anche il diritto dall’astenersi al voto, qualora non ci ritenessimo rappresentati da nessuno delle parti in campo elettorale, addirittura con protocolli ben stabiliti se l’astensione viene esercitata all’interno del seggio elettorale.
In tali circostanze ci chiediamo: per quale motivo una società americana si debba prendere il diritto di eliminare commenti in cui si esprime la propria scelta di non esercitare il diritto di voto? E un domani, se invece di scegliere di votare un dato partito “consigliato” ne scegliessimo uno diverso, ci vedremo eliminati anche i commenti che dichiarano una nostra preferenza diversa? Anche questa messo in atto da Meta, non è da considerarsi un’interferenza, come le stesse che dice di voler evitare?
Dubitando che possano arrivare chiarimenti così celeri come richiesti dal Garante, rimaniamo in attesa di spiegazioni puntuali e trasparenti da parte della citata società.
Per leggere il comunicato del Garante seguire il link
https://www.gpdp.it/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9806898
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